Progetto collettivo ROOM


Cari frequentatori de “L’isola di Rayba”, grazie al permesso ma soprattutto all’aiuto di Mauro, ho il piacere di proporvi il progetto collettivo ROOM (nome non definitivo).
L’idea di base è tratta dal film Four Rooms, diretto da quattro registi tra i quali Quentin Tarantino nel 1995.
Questo progetto, come il film, vorrebbe essere una raccolta di episodi che coinvolgono un unico protagonista, di servizio presso un hotel, che deve vedersela con i più disparati clienti.
Partendo proprio da citazione è stata stesa la seguente introduzione: 

Travis, il protagonista di questa storia era un semplice ragazzo come tanti, con un lavoro ordinario presso l’autolavaggio dello zio, fidanzato con Holly, la sua ragazza fin dai tempi delle superiori. La sua vita ordinaria susseguiva senza tante sorprese ne intoppi, fino al giorno in cui lei gli rivelò di aspettare un figlio.
Il ragazzo non si sentiva pronto a diventare genitore, ma nemmeno intendeva fuggire dai suoi obblighi. Decise quindi di cercare un secondo lavoro per arrotondare, fino a quando Holly non avrebbe avuto bisogno del suo aiuto.Senza dirle nulla, iniziò a spulciare i quotidiani delle offerte lavorative, purtroppo senza ottenere risultati. Tentò chiedendo aiuto a qualche cliente abituale, ma nemmeno quella soluzione andò a buon fine.
Durante la pausa pranzo sotto un sole invernale, in un giorno dove tutto sembrare andare storto, fece cadere la bottiglia dell’acqua bagnando il giornale del cliente seduto vicino a lui. Prontamente si scusò, ma l’uomo irritato gli rispose di andare a quel paese e raggiunse il bagno per asciugarsi, lasciando il giornale sul tavolo.
Per puro caso, Travis notò che il giornale era aperto proprio sulla pagina delle offerte di lavoro e nel mezzo della chiazza d’acqua solamente un piccolo e anonimo annuncio non si era bagnato:
“Cercasi portiere per turno notturno.
Dolphin Hotel. Filip Telford.”
Nessun indirizzo, ma Travis conosceva l’albergo delfino, anche se in quel posto di mare non c’era nemmeno una goccia. Credeva fosse stato demolito per far posto a un albergo della catena Best Eastern, ma evidentemente così non era. Chiedere non sarebbe costato nulla e decise di recarvisi appena terminato il lavoro.
Guardandolo, si chiese chi mai poteva pernottare in quel vecchio stabile di sei piani, incastrato tra due enormi costruzioni che ostruivano il passaggio di luce e aria. Tuttavia se visto dall’esterno sembrava anonimo e destinato all'imminente fallimento, procurò a Travis, appena entratovi, tutt’altra sensazione.
La hall illuminata a giorno e il pavimento lucido che ne rispecchiava il bagliore, lo facevamo apparire sontuoso e spazioso, nonostante fosse un ambiente di pochi metri quadrati occupato nella parte iniziale dal bancone della reception e da un divano di velluto rosso di fronte, l’ascensore nella parete più lontana, l’entrata alla sala bar e colazione sulla destra e l’accesso per le scale sulla sinistra.
Le porte di legno massiccio intarsiante con incisioni barocche dai riflessi ramati, facevano apparire l’unico ascensore della struttura un portale verso una dimensione tanto importante e ricercata quanto antiquata.
Travis si avvicinò esitante al vecchio che lo stava fissando da dietro il bancone. Il suo viso scarno e segnato da diverse rughe, i capelli brizzolati pettinati all’indietro e gli occhi a malapena aperti lo facevano apparire vecchio quanto lo stesso stabile, se non di più.
Fece un breve inchino con il capo mentre Travis gli si avvicinava.
“Buonasera, sig. Telford?” L’uomo non fece alcun cenno, “sono qui per l’annuncio” continuò Travis.
La luce negli occhi del vecchio si accese di un nuovo vigore, sebbene continuasse a tenerli socchiusi.
“Il turno inizia alle ventidue, sia puntuale. Le spiegherò poi tutto ciò che dovrà sapere”. Travis rimase sorpreso, non riusciva a collegare quella voce così profonda e decisa alla figura dell’uomo che aveva di fronte. Come un automa, il ragazzo rispose affermativamente con un cenno del capo e subito uscì.
L’aria fresca della sera lo fece rinvenire da quell’inconsueto stato di trance. Solo allora, Travis realizzò di essersi fatto carico dell’impegno senza nemmeno chiedere spiegazioni o chiarimenti.
 
Ore 22.00
Travis si trovò nuovamente davanti al Dolphin Hotel. Convincere Holly che sarebbe uscito per l’intera notte senza nemmeno darle una motivazione precisa non era stato semplice, ma temeva di fallire in quest’occasione e dare dei dispiaceri alla sua fidanzata era l’ultima cosa che desiderava a questo mondo.
Entrato, trovò il vecchio portiere al solito posto. “Ben tornato. Mi fa piacere.” disse l’uomo pacatamente e sorrise, moltiplicando le rughe ai lati delle labbra avvizzite.
Travis allungò la mano dubitoso di quello che stava facendo e si presentò. La sua voce usciva con fatica.
“Come forse avrà già intuito sono Filip. Portiere e proprietario di questo modesto albergo.” Senza altri preamboli, il sig. Telford iniziò a illustrare i compiti di Travis. “In quest’albergo si può alloggiare solo su prenotazione. Non riceverà alcun tipo di pagamento. Deve solamente accogliere i clienti, spuntare il loro nome dalla lista delle entrate e consegnare loro le chiavi della stanza. Non chieda documenti o altro.”
Travis stava pian piano ritrovando la solita sicurezza. Era abituato a lavorare con il pubblico e in questo caso non doveva nemmeno sgobbare. “Tutto chiaro” disse sorridendo.
“Un’ultima cosa” aggiunse Filip. Travis si aspettava di ricevere la solita fregatura. “Qualche cliente potrebbe richiedere il servizio in camera. Nella stanza vicino alle scale, adibita al guardaroba, troverà anche una macchina del caffè e il necessario per il tè. Nient’altro”.
Travis si sentì sollevato, nulla di così gravoso.
Terminate le spiegazioni, Filip gli consegnò la tipica divisa: una camicia bianca, pantaloni e gilet neri. Dopo essersi cambiato all’interno della stanza guardaroba, Travis raggiunse nuovamente Filip dietro al bancone, portando con sé gli effetti dell’uomo, come richiesto.
Filip indossò la giaccia e il cappello. “Il turno termina alle sei. Nel caso di emergenze, prima di prendere qualsiasi iniziativa, mi chiami premendo il tasto rosso del telefono nella reception”. Si voltò e uscì senz’assicurarsi che Travis avesse colto tutte le sue indicazioni o avesse domande da fargli.
Mentre Travis scorreva distrattamente l’elenco delle prenotazioni, il primo cliente varcò la soglia. 

Dopo questa breve introduzione, v’illustro lo svolgimento del progetto.
Ogni autore può partecipare scrivendo un racconto nel quale sarà coinvolto (in maniera attiva o passiva) il protagonista, rispettando però alcuni vincoli:
  • Genere: libero (dal fantasy al giallo, dall’horror al comico passando per tutti i più disparati sottogeneri);
  • Lunghezza del racconto: minimo 3 e massimo 4 facciate di un foglio Word, font Times New Roman, carattere grandezza 10, allineamento giustificato, nessun rientro o interlinea particolare;

  1. Unica deroga: Se il racconto è composto per il 50% o più da dialoghi con battute brevi il limite aumenta a 4 facciate e mezza;
  2. Ogni racconto deve avere l’indicazione del numero della stanza e un sottotitolo;
  3. Il numero della stanza deve essere di tre cifre, dove le centinaia indicano il piano;

  • Ogni racconto inizia con l’arrivo di uno o più clienti che occuperanno un’unica stanza;
  • All’arrivo il cliente deve avere un aspetto umano che può mutare all’interno della camera;
  • Si descrive un episodio con una durata temporale breve (al massimo un’ora circa);
  • Il racconto non deve avere una collocazione temporale vincolante (es. dalle finestre non può entrare la luce dell’alba);
  • Non possono accadere eventi su cose e/o persone che si riflettono nei racconti successivi (es. l’incendio di un intero piano);
  • Travis non può subire o compiere gesti che si possano riflettere nei racconti successivi (es. essere ferito gravemente);
  • Non si possono incontrare clienti che occupano più stanze;
  • Si possono richiamare personaggi veri e/o di fantasia di storie famose o personali, a condizione che il lettore non sia obbligato a leggere l’opera di riferimento per capirne il senso (trattandosi di un’iniziativa di esordienti, consiglio di creare nuovi personaggi o far riferimento a precedenti racconti propri). 

    Se non avete già abbandonato la lettura dopo tutte queste condizioni Vi ringrazio e avverto che potrebbero esserne aggiunte altre in caso vi siano dubbi o punti non affrontati. 
    L’intento iniziale è quello di raccogliere un determinato numero di racconti e, dopo aver valutato il riscontro ricevuto, di pubblicarlo in maniera COMPLETAMENTE GRATUITA sotto forma di ebook non come singola edizione ma come una serie di pubblicazioni con una scadenza pianificata, avvicinandosi quindi più al concetto di rivista che di libro.
    Infine, se possibile, collegare le pubblicazioni ad un profilo “social” che fornisca la funzione dei sondaggi per gestire i feedback e promuovere/ricevere nuove proposte.
    Nel caso invece la partecipazione non raggiungesse l’obbiettivo atteso, i racconti verranno pubblicati tramite il presente blog sempre con una scadenza temporale pianificata.

    "Per la prima fase del progetto, che terminerà il 28/02/2015, vi chiediamo di inviare i vostri racconti all'indirizzo caribbeancaribou@gmail.com, anticipando che verrà successivamente richiesta una vostra dichiarazione di adesione al progetto (come avvenuto in precedenza per il progetto della Quinta del Sordo, organizzato da Mauro)."

    Se trovate il progetto interessante, siete liberi di proporlo ad altri autori emergenti anche non partecipanti a questo blog, ma di non coinvolgere e/o pubblicare i racconti in altri blog o siti come Neteditor.it o Ewriters.it

    Nel caso di domande vi chiedo di esporle nella sezione dei commenti, o di contattare  me o Mauro, alle mail note.

    Vi ringrazio per il tempo concessomi.
    Mattia

    4 commenti:

    1. Torno su questo splendido blog e mi trovo davanti un'iniziativa così interessante che vorrei proprio non lasciarla sfuggire. Un complimenti a Voi che, anche attraverso una bella introduzione, avete reso il tutto molto "appetitoso".

      Una sola domanda: per quanto riguarda il racconto, ci si deve mantenere sullo stile narrativo dell'introduzione (per quanto riguarda terza persona e tempo verbale) o si può anche variare, utilizzando ad esempio la prima persona, ecc.?

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    2. Ciao,
      Grazie per quello che ci scrivi.
      Rispondo al tuo dubbio confermando che lo stile è una libera scelta dell'autore, puoi utilizzare la prima o la terza persona e il tempo verbale preferito.
      I diversi vincoli sono necessari per non andare fuori tema, ma un autore deve sentirsi libero di raccontare quello che più lo ispira e come meglio sa fare.

      A presto

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      Risposte
      1. Ti ringrazio, Mauro. Torno al lavoro!

        (Un ultimo dubbio, per la verità: nel caso in cui un autore abbia più di un'idea riguardo questo progetto, può scrivere più di un racconto o deve limitarsi ad uno?)

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    3. Ogni autore può inviare uno o più racconti, ma sarà scelto esclusivamente un solo racconto.
      Attendiamo la tua creazione

      A presto

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    In questa Isola sono accettati commenti critici costruttivi, anche insistiti e dettagliati, ma mai, ripeto mai offese di carattere personale, lesive della dignità umana degli autori.
    Chi sbarca su Rayba si regoli di conseguenza. Qua il nichilismo non c'interessa, grazie.