Prima puntata: il giorno della rivelazione

La compagnia del weird presenta






«Gli uomini, le donne e i bambini della comunità erano diventati qualcos'altro, dal primo all'ultimo. E ognuno era nostro nemico, compresi quelli che avevano le facce, gli occhi, i gesti e il modo di camminare dei nostri amici e parenti. Non c'erano alleati per noi, chiusi là dentro, e già il contagio andava diffondendosi fuori città. »
Jack Finney, Gli invasati

"Ci crediamo liberi perchè non conosciamo le cause che ci determinano"
                                                      Baruch Spinoza, Ethica more geometrico demonstrata     
     



   
Lanca San Varese, Bereguardo, provincia di Pavia.

Primo novembre dell’anno 2030.
Walden e Tania erano due ragazzini come tanti.
Il primo, un vivace teppistello di quattordici anni e la sorella una “maschiaccia” di dodici.
Ripeto, due ragazzi come altri, non fosse che per un particolare.
Era da due anni filati che erano in vacanza.
Finalmente quel giorno i loro genitori, Primo ed Eva, avrebbero risposto a molte loro domande all’ora della merenda.
Da due anni vivevano nel loro camper, alimentato con un generatore a energia solare.
Due primavere e due estati da favola, a giocare nei boschi e a correre con le biciclette sui chilometrici e intricati sentieri del Parco del Ticino.
Un autunno e un inverno umidi e gelidi, ma comunque altrettanto divertenti.
Poi erano cominciati i loro interrogativi.
D’accordo, erano ragazzini ma non stupidi!
Perché non andiamo più a scuola?
Perché non ci fate più parlare con i nonni?
Perché non possiamo fare il bagno nel Ticino, nemmeno al guado della Buona Signora dove non c’è corrente?
Perché? Perché? Perché?
Walden e Tania entrarono nel camper e s’accomodarono nel vano cucina.
Latte e cacao in polvere, la loro ghiotta merenda, attendevano sul tavolo.
«E allora ragazzi» esordì Primo, il padre «vi dobbiamo molte spiegazioni.
Ormai siete grandicelli e dovete capire che cosa sta succedendo al nostro povero mondo»
Detto questo aprì davanti a loro lo schermo video del pc portatile alimentato a batteria.
« Guardate attentamente, vi presento il verme nematode Paragordius Varius
Fin da piccini Walden e Tania erano stati abituati alle lezioni di biologia, zoologia e botanica dei loro genitori e si prepararono sorseggiando il loro latte e cacao ormai bel miscelato.

         

   - cliccare sul filmato per vedere in azione il verme parassita nematode -


«Altre volte vi ho parlato di animali che attaccano, di altri che si difendono, di altri ancora che si mimetizzano, dissimulano e fuggono.
Adesso stiamo parlando di un verme parassita che sfrutta e vampirizza tutta l’energia degli altri animali per potenziare la propria vitalità.

Solo due anni fa il nematomorfo Paragordius Varius si limitava a parassitare i grilli e altri artropodi, come i ragni, le cavallette e le mantidi religiose.
Entrava nella sua cavità addominale, come vedete nel filmato, e s’impadroniva del suo cervello per spingerlo ad affogare nell’acqua dove lui, il nostro vermiciattolo feroce, ha bisogno di nutrirsi, riprodursi e nascere.

Come sapete, normalmente i grilli vivono nei boschi, nelle foreste, nei campi ma non vicino ai corsi d’acqua.
Quando vengono infestati dai nematoformi, mossi da una forza che non riescono a reprimere, accecati, guidati una misteriosa proteina che aggredisce le loro sinapsi neuronali, questi insetti si gettano in acqua, e affogano.
A questo punto, il grillo sembra morto e rimane sdraiato sul dorso, amorfo, con le zampette bloccate mentre un lungo verme gli perfora l’addome ed esce strisciando verso l’acqua che gli è necessaria per vivere e continuare a realizzare la propria vitalità.
Il verme può arrivare a misurare dai dieci ai settanta centimetri di lunghezza.


Come vi dicevo, la cavità addominale del grillo, non il suo intestino perché il verme ha bisogno di cibarsi degli organi interni dell’animale che parassita, può contenere dai due ai tre parassiti…dimmi Walden…»
«Papà, ma come fa il nematode a nutrirsi dell’ospite, a pilotarne il cervello senza danneggiarlo, a prenderne i comandi per farlo suicidare nell’acqua come non farebbe mai per sua natura?»
«Il verme assume il controllo del grillo modificandone il dispositivo cerebrale: programma l’insetto in modo tale che produca cellule nervose in eccedenza portate a seguire logiche di connessione proprie del parassita.
Con il cervello sconvolto dai neuroni che egli stesso ha creato, con la simbiosi della proteina secreta dal verme, il grillo comincia ad agire contro il proprio interesse, nell’unica prospettiva di portare acqua al mulino del verme, dove affoga lui.»



Tania si rivolse a sua madre Eva:
«Mamy, perché papà ci sta raccontando la storia di questo verme schifoso?
Che cos’è successo ai nonni, ai nostri amici di scuola, a tutte le persone del mondo?»
Eva s’alzò dalla sedia e guardò con lucida determinazione i suoi figli:
« i nematodi si sono evoluti e hanno attaccato i cervelli degli esseri umani.
Stimiamo che il novanta per cento della popolazione mondiale si è suicidata per nutrire i nematoformi evoluti.
E’ per questo che beviamo solo acqua piovana o sterilizzata e tenuta in bottiglie di plastica e non potete fare il bagno nel Ticino.
E’ per questo che andiamo nelle città, ormai deserte, solo di notte.
E vi abbiamo proibito di guardare la televisione o internet perché comparivano solo scritte come “ è solo il denaro contante che conta, non la persona” oppure “è solo l’apparato che valuta e giudica e non il singolo” o ancora “dove vuoi andare? dove vuoi nasconderti? di quelli come te non è rimasto più nessuno”.
I nematodi hanno tenuto in vita qualche branco di nonpiùumani – così li abbiamo chiamati io e vostro e padre – armati, per uccidere i veri esseri umani che non si sono suicidati.
Per questo io e vostro padre spesso facciamo i turni di guardia di notte con la pistola in mano.
Per questo vi abbiamo insegnato a sparare.
Non potevate più essere tenuti all'oscuro della grave minaccia che terrorizza l’umanità.
Sui cartelli indicatori di tutte le città hanno scritto: 
“La razza è più importante dell’individuo”.
Ora dovete aiutarci a combatterli anche voi.»
                                                                        (1-continua)




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