31/08/15

"Ancora un'altra curva e sono da lei", romanzo breve di Mauro Banfi: recensione

Sullo sfondo di una delle più note escursioni lombarde in bicicletta (la Cassano d’Adda/ Imbersago, (dove è stato ricostruito e messo in funzione lo straordinario traghetto a corda di Leonardo da Vinci) sale sul palcoscenico, nel racconto di Mauro Banfi, il mistero dell’Io.

L’itinerario abduano, con i suoi suggestivi e stupendi scorci dell’Adda ( per il Banfi un autentico fiume mamma che partorisce e accoglie nel suo seno diversi personaggi smarriti ma nello stesso tempo dignitosi lottatori per la vita), presenta due particolari dimensioni dell’Io umano; quella particolare funzione che tende a mantenere la propria istintiva conservazione e ad accrescere la propria volontà di potenza a discapito di quelle altrui e quell’altra che invece tende a svuotare l’Ego per accogliere le suggestioni del circostante e la pietas e l’ascolto delle storie delle altrui esistenze.
Nello splendido tratto del naviglio di Paderno d’Adda, in un ambiente boschivo e fluviale rigoglioso e selvaggio, la bicicletta di Mauro si lancia, curva dopo curva, verso il raggiungimento dell’equilibrio tra le due dimensioni dell’Io.
Einstein, un’altra mente di qualità come quella di Leonardo diceva:
“La vita è come andare in bicicletta: se vuoi stare in equilibrio devi muoverti”.
“Ancora un’altra curva e sono da lei!”: un memorabile romanzo breve di Mauro Banfi che mi ha ricordato Walden e il giovane Holden.
Forse lo si può anche lasciar perdere, se si ha meglio da fare; ma se quella bicicletta sfreccia lungo le tracce della vostra anima, allora la soluzione è una sola: bisogna leggerlo.


Carlo Bodeleri, critico letterario